PREFAZIONE DI ANGELA ARGENTINO
La nuova silloge di Emma Di Stefano ha un titolo che ci fa interrogare. Come per le sue precedenti raccolte, d’altronde. ’’ Nati per sbaglio o per amore’’,’’Attenti alle macchie’’, ‘’Il silenzio è una formica’’, ‘’Imprecisi passaggi di tempo’’.
Ora è la volta di ‘’Dell’infinito il paradosso ‘’. Lo ripeto sillabando ‘’Dell’ in fi ni to il pa ra dos so’’.
‘’Quale può essere il paradosso dell’infinito?’’ -mi chiedo, come se dovessi risolvere un’equazione difficile,come se dovessi fare la quadratura del cerchio;quale, se non quello di essere racchiuso in un ‘’finito’’,dentro i limiti della comprensione umana che, lo dice la stessa parola,’’comprende’’ e racchiude?
Tanto più se a cercare di comprendere è il cuore generoso di una poetessa che ci porge la chiave di lettura nella poesia di apertura che dà titolo e impronta a tutta la silloge.
Emma, come vestale della parola, si fa sostanza dell’essenzae attraversa la poesia per unirsi, quanto più possibile, all’infinito che lei sa scoprire in ogni cosa, negli oggetti di uso quotidiano, in un bocciolo, in una notte stellata. Lei si mette sempre alla ‘’periferia’’ di questo infinito; rarissimamente la troviamo come soggetto in 1a persona singolarmente in moltissime poesie è un genitivo ad aprire la porta, creando una sorta di curiosità intorno all’oggetto su cui ruoterà la sua visione. Lei stessa,nelle delicatissime poesie di questa raccolta,si apre sempre, e a volte si chiude, a un INFINITO coniugato in tutte le sue sfumature: alla speranza di infinito, al desiderio di infinito,all’impossibilità di raggiungerne la perfezione,all’accettazione dei limiti del ‘’ finito’’ con cui deve convivere.
‘’ Rallenta il respiro nel muto contemplare,
nel sentirsi minuscola, grandiosa
parte dell’Universo intero.
E nel tuo Essere da me dissimile
accolgo di te la somiglianza.
Racchiudo in cerchio d’amore
dell’infinito il paradosso.
Lo dice chiaramente che lei si fa ‘’minuscola’’ma poi, separato solo da una virgola, appare l’altro qualificativo assolutamente agli antipodi:‘’grandiosa’’; in un gioco di ossimori ‘’ da me dissimile accolgo di te la somiglianza’’ ecco svelata la chiave di lettura della sua raccolta ‘’racchiudo in cerchio d’amore dell’infinito il paradosso ‘’
La parola poetica di Emma pone al centro del suo palcoscenico terreno una porzione di infinito,e noi diventiamo spettatori e partecipi di un cielo stellato su una spiaggia di notte, di un battito di ali che si accorda a un fremito dell’anima. Intorno a ogni elemento si crea dapprima un movimento centripeto, un aggregarsi di sentimenti e di sensazioni che poi inevitabilmente prendono vie di fuga verso l’alto, verso quell’infinito che tutto comprende,che tutto raccoglie e che a tutto dà un senso . ’’ Un senso di infinito m’inonda,/nel battito segreto,/nel respiro sospeso.’’
E dove sta la donna,dove sta la poetessa? Lei è nascosta al nostro sguardo, si fa umile e piccola; non a lei dobbiamo guardare ma a ciò che a lei l’infinito ha regalato, dopo tanta riflessione.
‘’…Sposto con minuziosa cura
da un piatto all’altro calibrati pesi,
possa l’ago sempre e comunque
puntare al cielo.’’
La chiusa finale di molte poesie è la lezione che la poetessa ha tratto dalla sua ascesi. Quest’ ultimo verso suona come una massima filosofica, come una didascalia, come una scintilla di infinito che lei posa sul palmo d una mano, sorridendo.
‘’…Potesse la foglia raccontare del ramo il fremito
quando il battito impazzito finge la quiete.’’
Se analizzo questi due versi ecco apparire un verbo alla terza persona singolare: è un augurio, un auspicio.Immediatamente dopo, viene introdotto il soggetto ( la foglia) che però racconta una storia che va al di là di se stessa,in un interno così profondo da risultare quasi invisibile, un fremito leggero che appartiene al ramo. Un fremito, dunque, che si trasmette impercettibile dalle profondità dell’albero all’occhio attento di chi ha dimestichezza con le leggi del creato.Sembrerebbe una meditazione mistica ma… ecco ! un avverbio di tempo ,‘’quando’’, introduce un altro ritmo, inquieto stavolta,il battito di un cuore,elemento umano e intimo che confluisce anch’esso nella sfera delle leggi della natura se non fosse per quel verbo,’’ FINGE’’, che riporta all’uomo la sua libertà e la sua forza.
Non sono poesie facili, quelle di Emma.Hanno la solennità delle leggi della natura e di quelle non scritte che alloggiano dentro i cuori feriti.
Un altro elemento ricorrente e distintivo di questa raccolta è la rispondenza silenziosa tra il creato e l’anima della poetessa .’’… Carezza il suo tronco una mano tremante/e lui freme a quegli occhi, rimando di luce/…’’
Nella poesia ‘’Dell’istante il risveglio’’ quando dice :‘’…Raccontami di quando il tuo sogno/celasti (del mondo temevi l’inganno),/di dita intrecciate, di braccia infinite,/del silenzio, di gioia che inonda/e,del tuo viso, l’improvviso arrossare.’’le chiavi di lettura diventano molteplici , sembra la narrazione della creazione del mondo o forse è solo il risveglio tutto umano all’amore o forse sono entrambi.
E poi c’è la continua tensione alla creazione poetica attraverso la parola, la piccola chiave concessa ai poeti per arrivare alla loro porzione di infinito.
‘’…Inarrestabile l’assidua ricerca di parole
che lascino profondo segno di passaggio.’’
Dicevo che molte poesie di Emma sanno creare una scena teatrale. Persino gesti quotidiani come sbucciare un’arancia può diventare ispirazione per un teatro casalingo dove viene messo in scena il desiderio di farsi abbracciare dalle parole che lei scrive,morbide e senza spigoli.E ci lascia immaginare le ferite che le parole dette hanno lasciato sulla sua pelle .
‘’…Come grossa arancia,
sbuccio parole lentamente,
con calma e accuratezza
accorta a non spezzarne
la magica continuità.
Alla fine, l’incantata elica
sinuosa e odorosa mi abbraccia,
con quell’assenza d’angoli
nella sua morbida rotondità.’’
Dell’infinito, a volte, piange l’impossibilà di raggiungerne la perfezione.
‘’…Impossibile la coincidenza,/recuperare la perfezione/di chi in altro tempo lo forgiò/
sull’onda di prezioso progetto.’’
Insegue tutti i segnali di speranza che incontra nel suo viaggio verso l’infinito. Loda l’audacia della rosa che persino fuori stagione, a un passo dall’inverno, ostenta il suo colore ‘’…a un passo dal rosso di bacche d’inverno.’’
La poetessa dichiara il suo desiderio di infinito in ‘’Pudore o fragore’’
‘’…Quale la spinta a nascondersi,/a non restare parole scritte, concrete,/flusso che proviene da quell’astratto/dai confini illimitabili?/…’’
La Di Stefano accosta l’infinito anche alla nostra parola, al miracolo che ha reso l’uomo un essere dotato di coscienza .Sono le parole che ci restituiscono la verità, altra forma di infinito e di perfezione.
’’…Siamo parole che se mentono/rivelano una parte di vero/…’’
La ricerca dell’infinito avviene, in lei, attraverso l’umiltà dell’ascolto.
‘’…Porsi in ascolto, la giusta dimensione,/nel mite, attento silenzio/a dita intrecciate, a sincrono battito./L’attesa è sigillo d’amore./La Natura insegna./Ancora e ancora e ancora/risplenderà lo sguardo all’eterno,/…’’
Emma di Stefano esprime il suo mondo poetico attraverso il verso libero che ha una sorprendente musicalità riconducibile in molte poesie a quella prodotta dall’endecasillabo ‘’ Porsi in ascolto la giusta dimensione’’ oppure ‘’ Raccontami dell’istante il risveglio ‘’ che ha addirittura assonanze di epica omerica .
‘’ Dell’infinito il paradosso’’è un vademecum per chi voglia trovare l’infinito in tutto il creato intorno a noi, a misurare la nostra piccolezza e la grandiosità del nostro slancio a superarla. Angela Argentino
DELL’INFINITO IL PARADOSSO di Emma Di Stefano –
ISBN 978-88-98303-82-3
Chipiùnéart edizioni