L’ORA BLU
È quando il sole si stanca
e reclina pigramente il capo
– imbarazzato –
con l’idea d’andar via.
È allora che ci lascia in pegno
la voglia di mare
e spande il rosa e l’azzurro,
sapiente mano d’amante
carezza alla riva.
E, in alto, la prima stella.
Qui c’è tutto un equilibrio nel campo semantico e nell’atteggiamento poetico. Quella partenza con il verbo essere è emblematica di un attacco che usa la forma assertiva proprio per evitarla; l’attacco è subito seguito da immagini che ne definiscono la precarietà e la trasfigurazione umana. Il verbo troncato -andar- è assolutamente preciso per introdurre la leggera malinconia del poeta, arrotondando il verso e mantenendolo dentro una sonorità vibrante e allo stesso tempo liquida. Questa riverbera in mare, rosa, azzurro, carezza. Infine l’ultimo verso accende l’anelito, il desiderio, l’immaginazione, la speranza.
Questa è da antologia. Io mi emoziono, quando vedo come un lavoro appassionato possa portare alla luce cose come questa.