Si procede in top down, ma anche in bottom up.
Qualcuno non resiste e va subito all’ultima pagina
preso dalla frenesia di sapere come va a finire.
Discutibile, la scelta.
Si perde il gusto dei dettagli.
Altri lo poggiano con arte,
posizionandolo a distanza ottimale,
girando le pagine con cura,
evitando le spiegazzature.
Ne faranno bella mostra
in uno scaffale ben in vista.
Altri si commuovono e s’incazzano,
Attenzione alle macchie, però.
Restano i segni.
Si trovano pagine con strani ghirigori,
con appunti scritti a matita
e macchie d’acqua e sale.
A un certo punto una scelta va fatta.
Se si deve leggerlo, questo libro,
o addirittura scriverlo,
lo faccio a modo mio.
Mi tengo orecchie,
pagine scarabocchiate,
rileggo quelle che mi piacciono.
Scrivo e riscrivo
e mi prendo il mio tempo,
anche se poi nessuno ci dice
quando consegnare il compito.
Magari è questo l’instabile equilibrio
a cui tendo da sempre per mia natura.